Vedere il peccato

[Sant'Antonio da Padova] aveva la capacità di ricondurre i discordi alla pace, liberare le prostitute, trattenere i ladri dal rubare; induceva a confessarsi una moltitudine così grande di persone che i frati e i sacerdoti che lo accompagnavano non bastavano. Inoltre, la predicazione dei Sermones era incentrata nel suscitare l’odio del peccato e guidare verso la vittoria su di esso, attraverso la descrizione dei vari tipi di peccati e di peccatori con particolare finezza psicologica, senza però indulgere a compromessi o ad attenuazioni della verità. Il peccatore, infatti, secondo sant’Antonio è colui che è posseduto dal diavolo mediante il peccato mortale, vero, figlio e amico del demonio, colui che, in definitiva, perde la capacità di vedere, udire, parlare. La vittoria sul demonio si avrà dunque riacquistando la capacità di vedere la propria malizia, di parlare in modo nudo e aperto, cioè di confessarsi, e infine di udire, tornando a ubbidire al confessore.
(Francesca Pannuti, Difesa delle immagini, Fede & Cultura 2010 p. 118)

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