Una diga sul Pacifico

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Ho letto questo libro per capire come fosse la vita a inizio '900 in Vietnam, l'Indocina colonia francese dove andò a far fortuna mio bisnonno e dove vissero i miei nonni e mio padre fino al 1948. Il romanzo è la storia del rapporto difficile tra una madre vedova e piena di problemi e fissazioni a causa di un affare andato male che ha portato la famiglia sull'orlo della povertà e i suoi due figli, uno maschio appassionato di auto e musica - sempre la stessa, ascoltata sul grammofono - e una femmina - sempre in attesa di un uomo che la porti via da quella pianura desolata e improduttiva sul bordo del Pacifico.
Al di là di questo rapporto complesso e malato traspare la realtà della colonna francese che fu per molti un miraggio che si risolse in delusione o fallimento, anche - ma non solo - grazie alla complicità di funzionari coloniali francesi che abusavano dei loro poteri illudendo i nuovi coloni e poi depredandoli. Masse di illusi si sfiorano con la classe alta degli arricchiti che si dedicano a bere, mangiare, trescare. Immense ricchezze viaggiano nelle strade polverose che attraversano rigogliosissime foreste con animali feroci ma soprattutto uno stuolo di bambini che nascono come funghi e sono presto abbandonati a se stessi alla fame nera che li conduce presto alla malattia e alla morte. Le donne che accompagnano i lavoratori delle strade non si danno pena che la loro presenza si trasformi nel sollazzo dei soldati che fanno la guardia, e nemmeno i loro mariti cornuti se ne preoccupano. Così almeno si mangia. I figli di non si sa chi nascono e muoiono di stenti e colera senza che si versi una lacrima, sepolti sotto la terra battuta delle capanne o nel fango delle risaie. Nei rari casi che siano presenti i genitori - quando una macchina occidentale uccide un bambino sulla strada - i francesi scendono e danno un piccolo indennizzo, altrimenti proseguono come se avessero investito un pollastrello o un maialino.
Un quadro che integra in modo prosaico la visione un po' idilliaca che avevo dell'Indocina dove fece fortuna mio bisnonno che sposò una piccola e bellissima vietnamita da cui ebbe tre figlie: mia nonna, mia prozia e un'altra morta giovanissima di febbre spagnola.
Nel complesso un libro poco rilevante. Interessante solo per capire qualcosa di quel mondo e della delusione di molti che credettero di trovare l'Eldorado.

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